Non mi sono espresso in queste ultime settimane sugli ultimi, assai rilevanti fatti politici, sia perché sono stato in altre faccende affaccendato, sia perché in questa fase sono piuttosto fatalista, nel senso che quanto succede è un’ovvia ed inevitabile conseguenza di quanto accaduto negli anni e nei mesi scorsi.

Ora vi offro qualche banale considerazione. Vado per punti, senza pretesa di unitarietà del discorso:

  • Per la prima volta dal 1994, abbiamo una squadra di governo senza condannati ed indagati… ehm, se escludiamo la diffamazione, le firme false, l’oltraggio a pubblico ufficiale, ecc.
  • Il Capo dello Stato ha esercitato i suoi poteri in modo assolutamente coerente con la Costituzione (anche se, forse, ha sbagliato qualcosa nella strategia) e gli attacchi scomposti e vergognosi subiti nei giorni successivi alla sua scelta la dicono lunga sulla democraticità intrinseca delle forze che compongono l’attuale maggioranza di governo.
  • L’Unione Europea è una grande e bella realtà: è il sogno degli Stati Uniti d’Europa è anche il sogno di una realtà forte a livello mondiale che possa porsi sullo stesso piano di colossi come gli Stati Uniti la Russia e la Cina e quindi tutelare gli interessi dei suoi cittadini nelle competizioni globali, con buona pace dei sovranisti di varia foggia.
  • È vero che al momento l’UE non sta facendo niente di tutto questo, sta solo impoverendo ulteriormente i paesi più poveri e sta facendo di tutto per farsi odiare da questi. Ma ciò dipende dalle politiche di DESTRA che prevalgono nella maggior parte dei paesi UE.
  • In particolare, ha ragione chi dice che i Tedeschi, dopo avere scatenato due Guerre Mondiali per controllare l’Europa, non hanno sostanzialmente cambiato atteggiamento ed ora cercano di dominarlo con i vicoli europei.
  • Quello che potremmo chiamare il ricatto dello spread è un problema veramente grosso. E’ surreale che, di fatto, si sia condizionati dal fare alcune politiche piuttosto che altre, perché sennò i mercati reagiscono male, provocando danni giganteschi ai conti pubblici ed ai risparmiatori. In questo senso va letta la scelta di Mattarella, ma il problema è che, al di là del merito della decisione, di fatto siamo un regime a sovranità limitata, perché chi veramente comanda non è la politica, bensì i mercati! Questo, perché, purtroppo, in questa fase storica l’economia ha vinto sulla politica.
  • Questo governo è una prova dell’incoerenza dei partiti di maggioranza, in particolare del Movimento 5 Stelle. Da partito antisistema, e con un messaggio fortemente progressista (reddito di cittadinanza, ambiente, onestà, democrazia diretta) a partito che sembra non avere altra ambizione che giungere a gestire il potere, disposto a tutto pur di ottenerlo e mantenerlo. Il governo è un mix di soggetti di limitata competenza (la “ggente”) e di vecchia arnesi dell’establishment messi lì per rassicurare il poteri forti, in barba a tutta la retorica (peraltro giusta) della campagna elettorale. Ma Novero Milanesi non faceva parte dell’odiato e vituperato governo tecnico di Monti e Savona di quello di Ciampi? Il leader del Movimento, con quel suo sorrisetto, diciamo “smart”. sempre stampato in faccia, è l’emblema, da una lato della poca competenza al potere (basta leggere il suo curriculum), dall’altro del desiderio insaziabile di ottenerlo e mantenerlo. Per non parlare della sensazione che si ha che si stia cercando di piazzare ovunque personaggi che dipendono dalla Casaleggio e associati, la quale ha costruito a tavolino il grillismo e lo domina fino all’ultimo filo d’erba. L’esito di tutte le elezioni svoltesi dopo il 4 marzo (e sono già parecchie), dimostra che il 5S è in caduta libera di consensi, nel momento in cui si è contaminato con gli altri partiti e se si andasse di nuovo ad elezioni, rischierebbe il tracollo elettorale.
  • Ovviamente, tutto ciò significa cedere praticamente su tutto alla Lega, che ha molto meno interesse del M5S a far andare avanti il governo, visto che, purtroppo Salvini, oltre ad essere un soggetto, come dire, che probabilmente non vincerà il nobel per la pace, è uno dei politici più abili nella manipolazione del consenso che si hanno in Italia: è perennemente in campagna elettorale e riesce a sfruttare ogni occasione (vedasi chiusura porti), per incrementare quello stesso consenso. Pertanto il premier, di fatto, è lui.
  • Per quanto riguarda la figura del Premier (glissando su vicende di curricula troppo generosi, che all’estero provocano dimissioni immediate), non ho molto da dire, perché è riportato da tutti gli organi di informazione come sia evidentemente una figura scialba e dipendenti dai due simpaticoni.
  • Cari amici che soffrite per la crisi economica e occupazionale, vi do una notizia: la colpa dei vostri problemi non è dei migranti, come qualcuno vuole farvi credere, ma dell’establishment economico che vi sfrutta ed ha ottenuto di aumentare le diseguaglianze economiche e sociali in suo favore. I migranti non sono il problema, ma sono parte della soluzione (ad esempio sul problema demografico). Questo non significa che sia giusto implementare un buonismo aprioristico (come ha in mente certa sinistra) e permettere dei flussi totalmente irregolari di migranti, significa che vi stando abbindolando, fornendovi un facile capro espiatorio per ottenere il vero consenso e sviarvi dai veri responsabili della situazione.
  • Che ci piaccia o no, Di Maio e Salvini hanno ragione su una cosa: gli schemi tradizionali di fare politica sono morti e sepolti. Se anche il cs non trova nuove forme di aggregazione e di comunicazione, si estinguerà definitivamente.
  • In quest’ottica, questa opposizione così formale, al grido di Difendiamo la Costituzione e difendiamoci dai barbari ignoranti, non funzionerà mai. Innanzi tutto perché, dopo il DDL Boschi ed il relativo referendum, siamo visti come coloro che (a torio o a ragione) la Costituzione hanno cercato di stravolgerla e non siamo credibili, secondo perché ormai la gente ha in testa che i partiti tradizionali fanno schifo, mentre almeno questi sono “ggente” del popolo. In epoca post ideologica, post berlusconiana e dominata dai social, dei temi delle a democrazia e della libertà non gliene frega più niente ed, in più, ci considerano ladri ed incapaci. La distinzione fra destra e sinistra esiste eccome negli atteggiamenti e nelle politiche, ma, alla maggior parte delle persone non gliene può importare di meno, si preoccupano solo di avere il deretano al caldo.
  • Godi, PD, poi che se’ sì grande che per mare e per terra batti l’ali…”, ti lascio per ultimo, perché, purtroppo, sei tu il responsabile della situazione attuale. In particolare il tuo ex (ma de facto ancora) segretario Renzi, il Renzismo ed i Renziani (almeno quelli più facilmente identificabili come tali). Con le politiche portate avanti in questi anni (sì, sì certo, sono state anche fatte cose buone…) sulla scuola, sul lavoro, sulla Costituzione ecc. e l’atteggiamento leaderistico e antidialogico del tuo gruppo dirigente, l’evitare accuratamente di cercare la tensione morale e l’adesione totale a quell’establishment di cui sopra, hanno condotto al 18%, hanno permesso al M5S di giungere a questi livelli e di formare cotale maggioranza. E poi, quando si è presentata l’occasione per produrre un vero governo del cambiamento, si è preferito bloccarlo in diretta tv (quanto rispetto per il Capo dello Stato e la direzione del partito), rendendo questa l’unica conclusione possibile, che era precisamente quello che il suddetto soggetto voleva, perché il suo obiettivo era far fallire gli avversari affinchè gli Italiani rimpiangessero i bei tempi andati e riportassero il suddetto soggetto in trionfo. Caro Renzi, ti do una notizia, ormai gli italiani ti odiano ed anche se questi falliscono (probabile) non torneranno da te, al massimo si asterranno. Oggi, il PD si barcamena tra il desiderio di rivalsa di Renzi, che, come ha fatto in passato, fa finta di ritirarsi per poi tornare in pompa magna e il desiderio della altre correnti di annichilirlo, che produce una atteggiamento ondivago ed incomprensibile, con assemblee convocate e sconvocate (dopo che i membri si erano già procurati il biglietto ferroviario) ed assemblee, cui, all’inizio si cambia, come se niente fosse, completamente l’odg. Ed oggi, silenzio di tomba. Bene caro PD, mi permetto di darti qualche consiglio. Così non può andare avanti, occorre una riforma radicale del partito stesso, che superi il tesseramento, i circoli e certe forme preistoriche di organizzazione, che porti la parte maggiore di partecipazione sul web, che ponga vincoli molto rigidi per assicurare la moralità della sua classe dirigente. Perché il problema è tutto lì, ricoinvolgere la base, valorizzare il merito piuttosto che l’appartenenza correntizia, ricostruire un gruppo dirigente CREDIBILE, innanzi tutto dal punto di vista morale, che guardi alle persone e non al poter economico, perché il populismo si batte con il popolarismo, non con l’elitarismo. Fatto questo, occorre fare un nuovo congresso, che sia più aperto possibile, che archivi definitivamente il renzismo. L’alternativa è l’estinzione del PD e, con esso, gli ultimi resti della democrazia in Italia.

P. S: La prossima puntata le mie considerazioni sul “Contratto di Governo”.

 

 

Riccardo Tassone